Per la transizione alla mobilità elettrica è essenziale allestire una infrastruttura di ricarica, ovvero una rete di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Questo richiede ingenti investimenti che non tutte le economie del mondo possono permettersi, quindi è fondamentale che le risorse disponibili siano investite in maniera efficace, cioè indirizzate nella realizzazione di colonnine per la ricarica laddove sono più utili.

Ma dove conviene di più installare una colonnina di ricarica? Lungo le strade o autostrade? Nelle zone residenziali o nei centri commerciali?

Per decidere occorre conoscere il comportamento in termini di spostamento di tutte le persone durante l’arco della giornata e tutto l’anno. E qui entrano in gioco da una parte la raccolta dei dati sugli spostamenti delle persone, dall’altra le scienze comportamentali e decisionali per mettere a punto modelli teorici di comportamento con cui stabilire dove e quando sarebbe meglio ricaricare i veicoli elettrici.

Con questi modelli si potrebbe anche determinare i tipi di infrastruttura di ricarica: ricarica rapida; ricarica lunga; ricarica wireless.

Detto così sembrerebbe una cosa facile da realizzare, in realtà raccogliere e gestire una tale quantità di dati non è affatto semplice.

Innanzitutto, ci sono implicazioni sulla privacy che non è scontato siano superabili e in breve tempo.

Poi c’è la questione delle risorse da impiegare per raccogliere tutti questi dati e processarli.

Per ottenerli, bisognerebbe dotare ogni viaggiatore di un sistema in grado di comunicare istantaneamente ogni suo spostamento: un’operazione immane.

A meno che non si faccia ricorso a sistemi già esistenti e di cui tutti siamo dotati: gli smartphone. Potrebbe anche funzionare, ma richiederebbe accordi con tutte le società che raccolgono e gestiscono questi dati.

Oppure, si possono utilizzare i dati raccolti dai dispositivi di localizzazione GPS dei veicoli che ne sono provvisti, e i risultati di sondaggi sulle abitudini e le esigenze di guida quotidiane delle persone. Soluzione fattibile, in quanto già utilizzata da quei pochi enti di ricerca che si occupano della questione, tuttavia presenta tutta una serie di limitazioni che la rendono praticabile solo per analisi locali.

Insomma, la strada appare al momento in salita, mentre i decisori politici, a tutti i livelli, sono alla ricerca urgente di indicazioni per operare investimenti efficaci per facilitare la riduzione delle emissioni di gas serra nel settore dei trasporti, che complessivamente rappresentano circa un terzo delle emissioni totali.